Sabato 19 luglio, la notte del Redentore a Venezia

A luglio c’è il Redentore, la notte “famosissima” di Venezia

18.06.2025
Redentore-Suite735-01 News

La data del Redentore è sempre cerchiata in rosso nel mio calendario, sia perché è una giornata unica, sia perché Venezia si blocca e, per chi ci vive e ci lavora, è “abbastanza” importante saperlo.

 

Ma, in quella che è conosciuta come la “notte famosissima”, la città si blocca per mettersi uno dei suoi abiti da sera più belli, fatto non solo di luci e fuochi, ma anche di emozioni, di ricordi, di quella magia silenziosa che solo chi la vive da dentro può comprendere fino in fondo.

 

Un voto di quasi 500 anni fa

La storia del Redentore ha qualcosa di estremamente umano. Nel 1577, dopo due anni di peste, Venezia fece un voto: se la città fosse stata risparmiata, sarebbe sorta una chiesa in segno di gratitudine.

 

E così nacque la Basilica del Redentore, un capolavoro di luce e proporzioni firmato da Palladio. Ancora oggi, il sabato prima della terza domenica di luglio, un ponte galleggiante collega la Giudecca alle Zattere, proprio a pochi passi da Suite735. Attraversarlo, in mezzo alla folla silenziosa o chiacchierona, è un gesto simbolico, ma profondo.

I fuochi, l’acqua, le barche, la meraviglia

Insomma, sabato 19 luglio Venezia è pronta a dare il meglio di sé. Già dal pomeriggio nell’aria calda si sentono vibrazioni speciali: c’è chi addobba le barche, chi si porta avanti e stappa il primo prosecco, chi prepara i piatti di casa per portarli in riva. Il Bacino di San Marco diventa un palcoscenico sull’acqua: le barche sembrano salottini galleggianti, le risate si rincorrono, i brindisi si moltiplicano.

 

Poi cala la sera: le luci si abbassano, gli occhi si alzano al cielo e inizia la magia dei fuochi d’artificio, che lasciano Venezia, i veneziani e tutti i turisti a bocca aperta. Me compresa, anche se ormai li ho già visti una dozzina di volte, ma è sempre come fosse la prima. È un momento che non riesco a spiegare, posso solo raccontarlo così: è come se la città mi dicesse “guarda cosa so essere” ed è impossibile non innamorarsene ancora.

 

Festa anche a tavola

Il Redentore è anche una festa della tavola: i cicchetti, le sarde in saor, la pasta fredda con i frutti di mare, i bicchieri di vino bianco freddissimo, le angurie tagliate al volo, il gelato e tanto altro ancora.

 

Ogni famiglia o gruppo di amici ha i propri piatti, ogni barca il suo modo di festeggiare. A me piace vedere Venezia così: vera, pura, piena di storie semplici ma ricche di vita.

Un invito a viverla insieme

Se capiti a Venezia nel weekend del Redentore, non guardarla da lontano. Vivila in prima persona. Cammina, perditi, sali su una barca se ne hai occasione, fermati dove senti profumo di cibo buono o musica che ti chiama.

 

Io, come sempre, sono pronta ad accogliervi in Suite735. Siamo a due passi dalle Zattere e se vuoi qualche consiglio su dove vedere i fuochi, dove mangiare qualcosa di speciale o semplicemente dove lasciarti incantare… chiedi pure. Perché per me, da quando ho scelto di vivere a Venezia, il Redentore è molto più di una notte: è il modo in cui questa città mi ricorda quanto sia unica.

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